Perché anche la Posta ha bisogno di una sua clinica

Le lettere attraversano a velocità massima l’intricato dedalo di nastri trasportatori del centro lettere Härkingen. Nel mezzo di tutto ciò si trova la clinica delle lettere. Qui lavorano in tutto dodici collaboratori, che riparano lettere danneggiate o appurano i legittimi destinatari.

Motori in funzione, macchine che strepitano, migliaia di lettere che corrono sui nastri trasportatori: al centro lettere Härkingen ogni giorno c’è un gran movimento. Ma nel bel mezzo di questa frenesia c’è un’oasi di pace: la clinica delle lettere. Qui lavorano su due turni complessivamente dodici persone molto concentrate. Sono a caccia di tracce, ricompongono lettere oppure integrano numeri postali d’avviamento incompleti in modo che gli invii errati possano giungere a destinazione. Talvolta è un vero e proprio lavoro da detective.

«Il centro lettere Härkingen tratta ogni giorno diversi milioni di lettere, invii pubblicitari, giornali e merci di piccole dimensioni. Una parte di questi arriva da noi nella clinica nelle lettere», spiega Beat Rothacher, responsabile team della clinica delle lettere. Una clinica in cui non vengono utilizzati bisturi e stetoscopio, bensì lente di ingrandimento e strisce adesive. Infatti qui i «pazienti» non sono persone, ma lettere, buste o persino piccoli pacchi. Il motivo? Non tutti gli invii escono indenni dal processo di spartizione. Ad esempio può succedere che una lettera contenga un oggetto come una moneta e resti per questo attaccata a una macchina oppure che l’imballaggio non protegga adeguatamente il contenuto. «In linea di massima ogni lettera danneggiata è una lettera di troppo», dice Beat Rothacher, «ma rispetto ai circa 6 milioni di lettere, invii pubblicitari, giornali e merci di piccole dimensioni che quotidianamente vengono lavorati qui, arriva da noi solo una piccolissima parte. Parliamo di cifre infinitesimali».

Beat Rothacher, responsabile team della clinica delle lettere e Tamara Hunziker durante il lavoro.

Tamara Hunziker lavora nella clinica delle lettere ormai da dodici anni. Siede alla sua postazione ed è molto concentrata. Ripara le lettere leggermente danneggiate con una striscia adesiva e vi applica un adesivo di scuse. Dopodiché queste lettere tornano nel processo di spartizione. Le lettere molto danneggiate o le merci di piccole dimensioni vengono invece rispedite al mittente con una lettera di accompagnamento. Fa del suo meglio per ricomporre i singoli pezzi. «In effetti a volte sembra quasi di fare un puzzle. Abbiamo i singoli pezzi, li ricomponiamo e ricreiamo l’invio originale», racconta sorridendo.

Tamara Hunziker lavora nella clinica delle lettere da dodici anni. A volte il suo lavoro le ricorda i puzzle.

 

Talvolta gli indirizzi e i numeri postali d’avviamento sono stampati così in piccolo che i collaboratori della clinica delle lettere devono usare una lente d’ingrandimento.

A caccia di tracce
Ma in questa clinica non vengono solo riparate lettere: arrivano qui anche «invii caduti in rifiuto», ovvero le lettere che non è stato possibile recapitare al destinatario con l’indirizzo indicato. Ad esempio in caso di termine di rispedizione scaduto per un ordine di rispedizione. Allo stesso tempo, questi invii non possono essere rispediti al mittente in quanto mancano i suoi dati. In questi casi i collaboratori della clinica delle lettere possono aprire gli invii per cercare informazioni sul mittente. Questo è un tabù in tutti gli casi a causa del segreto epistolare. Se individuato, il mittente riceverà la sua lettera. Ma se le ricerche non danno l’esito sperato, la clinica delle lettere conserva la lettera qualora il mittente o il destinatario dovessero farsi vivi. Il team di dodici persone si mette a caccia di tracce anche in caso di invii con numero postale d’avviamento errato o incompleto: i collaboratori diventano detective e devono usare la lente di ingrandimento per decifrare  le scritte.

CD, chiavi, libri: ogni giorno arrivano alla clinica delle lettere circa 700 oggetti.

Pesci e denti
Spille, CD, chiavi, libri, chiavette USB, buoni o addirittura targhe di auto: ogni giorno arrivano alla clinica delle lettere non solo invii, ma anche circa 700 altri oggetti. Sono oggetti caduti da lettere o pacchi, ma anche finiti senza imballaggio in una buca delle lettere. Nel migliore dei casi questi oggetti possono essere associati direttamente al destinatario. Per esempio nel caso delle chiavi: spesso queste sono dotate di una targhetta per il rinvenimento e i collaboratori le inoltrano agli uffici di competenza. È più difficile invece per le chiavette USB: se non è possibile associare un oggetto a un destinatario o a un mittente, gli oggetti rinvenuti vengono portati alla centrale degli oggetti trovati di Cadenazzo. Ma oltre agli oggetti summenzionati, ai collaboratori capita anche di trovare oggetti strani. «È sorprendente tutto ciò che riusciamo a trovare», spiega Tamara Hunziker. «Tra gli oggetti più assurdi ricordo sicuramente la volta in cui abbiamo trovato un pesce, ma ogni tanto ci capita anche di trovare dei denti», dice. Ma ovviamente queste sono eccezioni.

 

Lettere in cifre

 

Quantità annuale 2020:

Lettere indirizzate: 1,706 miliardi (–5,6% rispetto all’anno precedente)

Lettere non indirizzate (pubblicità): 1,449 miliardi di lettere (–13,8% rispetto all’anno precedente)

Giornali: 964 milioni di giornali (–4,5% rispetto all’anno precedente)

 

> Complessivamente 4,122 miliardi di invii nazionali nei centri di spartizione lettere della Posta

 

Quantità media giornaliera 2020:

5,9 milioni di invii indirizzati

4,8 milioni di invii non indirizzati

3,2 milioni di giornali

 

> Complessivamente vengono ogni giorno recapitati dai fattorini 14 milioni di invii di lettere ai destinatari