Non tutti gli acquisti all’estero hanno un lieto fine

Un prodotto che a prima vista sembra estremamente conveniente in uno shop online internazionale può rivelarsi molto più caro a consegna avvenuta in Svizzera. L’importazione di merce ordinata dall’estero in Svizzera comporta, anche per via postale, non solo l’imposta sul valore aggiunto, ma anche spese doganali e i relativi costi di elaborazione. È bene tenerlo a mente per evitare brutte sorprese quando si acquista su internet.

 

Con il commercio online, il mondo è diventato più piccolo e ordinare prodotti dall’estero ormai è semplicissimo. Allora perché, nell’era della libera circolazione di beni e persone, la Posta addebita alla clientela spese e costi supplementari per l’importazione di merce?
In effetti, spesso l’unico limite agli acquisti su internet è il saldo del proprio conto; i confini politici e geografici non rappresentano più un vincolo. Ciò nonostante, ci ricordiamo della loro esistenza quando l’acquisto digitale si concretizza e raggiunge chi l’ha ordinato. Prendiamo la Svizzera: poiché non fa parte dell’Unione europea, ogni invio di merci provenienti dai paesi UE in Svizzera è soggetto a tasse e all’obbligo di dichiarazione. A stabilire le disposizioni in materia è l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Le aziende postali e di logistica come la Posta, DHL o UPS sono tenute a controllare i contenuti e la documentazione e a riscuotere le spese doganali e l’imposta sul valore aggiunto per conto dell’UDSC. Per questo compito la Posta ha formato e incaricato specificamente oltre un centinaio di collaboratrici e collaboratori, i quali, proprio come per il traffico di passeggeri in aeroporto o al confine, svolgono i dovuti controlli su contenuti e documenti. Tali controlli servono a proteggere la popolazione svizzera da prodotti pericolosi o non autorizzati, come farmaci illegali, armi, stupefacenti, doping o articoli di marchi o design contraffatti. Contribuiscono anche a evitare l’ingresso in Svizzera di animali, prodotti di origine animale e piante inclusi nella Convenzione sulla protezione delle specie.

Ecco quindi che un affare come una giacca dall’Inghilterra pagata 160 sterline, con l’aggiunta dei costi di importazione, diventa cara quasi quanto lo stesso articolo comprato in Svizzera. Questo significa che la Posta guadagna dal traffico di merci transfrontaliero?
Non è così: la Posta agisce per conto dell’Amministrazione delle dogane e addebita l’imposta sul valore aggiunto, le spese doganali e i costi per la prestazione in accordo con il Sorvegliante dei prezzi. Aprire e controllare i pacchi per poi imballarli di nuovo e sdoganarli è un lavoro manuale che richiede molto tempo. Secondo il principio di causalità, la Posta fattura questi costi a chi ha ordinato la merce. È infatti l’ordinazione dei beni dall’estero ad avere come conseguenza l’importazione e i relativi oneri. Tutto questo non vale solo per l’importazione di un singolo prodotto: anche chi possiede un negozio in Svizzera deve pagare i costi dell’importazione e l’imposta sul valore aggiunto, se vuole importare la stessa giacca dall’estero e venderla alla propria clientela. Mentre nello shop online estero, a prima vista, il prezzo della giacca può sembrare vantaggioso anche in assenza di sconti, con il trasporto fino in Svizzera, l’imposta sul valore aggiunto e i costi d’importazione, spesso ci si avvicina comunque alla fascia di prezzo delle giacche vendute nei negozi svizzeri.

Dopo il trasporto, i pacchi di merce provenienti dall’estero devono essere regolarmente sdoganati e dichiarati così come ogni prodotto importato in Svizzera. I costi addizionali risultanti non si possono ignorare quando si fanno acquisti su shop online esteri.

Dopo il trasporto, i pacchi di merce provenienti dall’estero devono essere regolarmente sdoganati e dichiarati così come ogni prodotto importato in Svizzera. I costi addizionali risultanti non si possono ignorare quando si fanno acquisti su shop online esteri.

Come si compongono i costi d’importazione per la suddetta giacca, ad esempio?
Supponiamo che, idealmente, il mittente del pacco abbia accluso tutti i documenti per la dichiarazione, ad esempio sul valore di vendita e sui costi del trasporto. Il pacco non subisce ritardi. La giacca del valore complessivo di 233 franchi (incluse spese di trasporto) può essere subito sdoganata senza ulteriori accertamenti. La tassa di sdoganamento dall’Inghilterra ammonta a 16 franchi più il 3% del valore della merce (7 franchi). Sommandola all’imposta sul valore aggiunto svizzera (7,7%), in questo caso l’importazione costa 42.70 franchi.

Perché in alcuni casi la Posta richiede anche una «tassa d’ispezione» di 20 franchi? Il personale di sdoganamento della Posta non ispeziona e controlla ogni pacco estero per fatturare l’importazione?
La Posta addebita una tassa d’ispezione soltanto quando la dichiarazione è falsa oppure quando informazioni e documenti fondamentali per l’importazione non sono incollati né acclusi all’invio. Perché la merce possa essere comunque importata in tempi rapidi, la Posta cerca i dati corrispondenti all’indirizzo del destinatario. Da quest’anno, la clientela riceve un SMS o un’e-mail con l’invito a trasmettere le informazioni rilevanti per lo sdoganamento alla Posta. Se tali informazioni e documenti vengono forniti tramite il modulo online o per posta entro tre giorni feriali, l’accertamento del valore è gratuito per la clientela. Dal quarto giorno feriale, invece, per questa operazione la Posta addebita un costo forfettario di 20 franchi.

Le spese d’importazione sono motivo di irritazione: se non sono a casa, la postina o il postino riprenderà con sé il pacco proveniente dall’estero che aspettavo perché l’importo dovuto non è stato saldato sulla porta di casa.
Grazie ai servizi sempre più digitali della Posta, esiste una soluzione semplice a questo problema: con «I miei invii» la clientela registrata riceve l’avviso SMS o e-mail sul pacco in arrivo con allegata la fattura dettagliata per l’importazione. Così può saldare i costi nell’area riservata del portale della Posta entro 20 giorni. Nel frattempo, la Posta recapita il pacco al cliente anche se non è in casa.

In qualità di consumatrice o consumatore, come posso prevenire costi addizionali imprevisti quando approfitto di presunte offerte speciali?
L’importazione in Svizzera di merce del valore superiore a 65 franchi (inclusi costi del trasporto) comporta sempre costi aggiuntivi; bisogna soltanto chiedersi: come verranno fatturati al cliente finale? Su alcuni shop online esteri che si rivolgono alla clientela svizzera, i costi degli invii in Svizzera sono già inclusi nel prezzo. In questi casi non dovrebbero risultare costi aggiuntivi per il cliente finale, ma solo se il mittente dichiara correttamente l’invio. Pertanto, consumatrici e consumatori faranno sempre bene ad appurare se l’ordinazione viene offerta su una piattaforma in Svizzera o all’estero, se viene consegnata da un magazzino in un paese straniero e a quali costi supplementari sarà soggetto un invio in Svizzera.

Il calo degli invii esteri di piccole merci e il boom dei pacchi del servizio interno

Per anni, fino al 2018, la Posta ha visto un forte aumento degli invii di piccole merci dall’estero. Tuttavia, nel frattempo questa tendenza è cambiata: nel 2021 la merce estera di piccole dimensioni spedita per posta è diminuita del 13%, scendendo a circa 26 milioni di invii. Oggi, postine e postini recapitano ogni giorno alle economie domestiche attorno ai 70’000 invii di piccole merci.
La provenienza dei piccoli pacchi è cambiata in modo favorevole per il mercato europeo: se fino al 2018 gli invii di piccole merci dall’area asiatica registravano tassi di crescita a due cifre, negli ultimi anni si sono ridotti del 20%, pur continuando ad attestarsi su una percentuale alta di volumi pari al 68%. Al contrario, il volume di invii dall’area europea è aumentato del 6%.
I motivi del calo degli invii di piccole merci provenienti dall’Asia sono molteplici. Tra gli altri, i commercianti online asiatici stanno spostando sempre più i loro magazzini in Europa. Questo fa sì che i loro invii arrivino in Svizzera con indirizzi del mittente europei. Gli ordini vengono inoltre sempre più spesso raggruppati in invii collettivi più grandi. Ancora, durante la crisi sanitaria molte vie di trasporto sono state a lungo interrotte, in parte o totalmente.

In Svizzera, invece, negli ultimi anni le misure di protezione contro il coronavirus e gli acquisti dagli shop online hanno fatto registrare un vero e proprio boom dei volumi di pacchi interni: l’anno scorso c’è stato un aumento del 9,6% con oltre 200 milioni di pacchi, mentre l’anno precedente la quantità di pacchi svizzeri era cresciuta di un buon 23%. In media, il personale della Posta recapita ogni giorno 700’000 pacchi. Queste cifre evidenziano praticamente un raddoppio del traffico di pacchi interni per la Posta dal 2009, quando si contavano circa 104 milioni di invii.

 

 

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