La situazione riguardo ai volumi dei pacchi si è in parte normalizzata – la collaborazione con i centri lettere è consolidata
Le misure di contenimento della pandemia e il conseguente aumento dei volumi dei pacchi hanno spinto la Posta ai limiti delle proprie capacità. Quale lezione ha tratto l’azienda da questa situazione per il futuro della lavorazione dei pacchi? Che cosa significa questa ulteriore accelerazione del commercio online per l’attività natalizia? E inoltre, il 2020 sarà un altro anno record per la Posta? Sei risposte a sei domande di grande attualità sulla situazione del mercato dei pacchi della Posta.
1.) Dopo il lockdown il volume di pacchi trattati dalla Posta si è stabilizzato?
Anche nel mese di luglio il volume di pacchi si mantiene alto. Tuttavia, sebbene registriamo un aumento del 15-20% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, la situazione è più tranquilla. Nei mesi eccezionali di marzo, aprile e maggio, la Posta ha infatti elaborato fino al 40% in più di pacchi rispetto all’anno precedente, consentendo ai cittadini svizzeri di fare i loro acquisti, nonostante i negozi fossero chiusi, da casa con l’e-commerce.
2.) Qual è stata la maggiore difficoltà che la Posta ha dovuto affrontare rispetto all’enorme volume di pacchi registrato durante la situazione straordinaria legata al coronavirus
Con la chiusura dei negozi a seguito delle misure di contenimento della pandemia, da marzo il volume dei pacchi è salito giorno dopo giorno in modo quasi esponenziale. Allo stesso tempo bisognava anche proteggere il personale addetto alla lavorazione adottando le misure igieniche e di distanziamento imposte dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Mentre il volume di pacchi cresceva a ritmi che normalmente si registrano nel periodo natalizio, solo un numero limitato di addetti poteva quindi lavorare contemporaneamente nei centri di spartizione. Con più di 850’000 pacchi al giorno, ad aprile la Posta ha raggiunto il record mensile dei suoi 170 anni di storia, fatto reso possibile solo grazie allo straordinario impegno dei suoi collaboratori in questo periodo eccezionale.
3.) Che ruolo svolgono i nuovi centri di spartizione regionali nel trattamento dei pacchi?
Il boom del commercio online ha già fatto raggiungere alla Posta nuovi record nel trattamento dei pacchi per sei volte di seguito negli ultimi anni. Si tratta di risultati più che soddisfacenti a cui la Posta ha reagito adottando una pianificazione di lungo periodo: ha infatti investito più di 60 milioni di franchi in ulteriori impianti di trasporto nei suoi grandi centri pacchi esistenti e ha destinato circa 190 milioni di franchi per la costruzione di nuovi centri di spartizione regionali. Sono infatti attivi da novembre 2019 il centro pacchi regionale di Cadenazzo, in Ticino, e dal lockdown di metà marzo quello di Berna-Ostermundigen. Vétroz, nel Canton Vallese, e Untervaz, nel Canton Grigioni, seguiranno in autunno. Ognuno di questi centri regionali può spartire fino a circa 50’000 pacchi al giorno, assicurando così alla Posta da novembre una capacità di spartizione di ben 200’000 pacchi direttamente nella regione. Queste sedi vanno quindi a sgravare i centri pacchi di grandi dimensioni di Daillens (VD), Härkingen (SO) e Frauenfeld (TG). Inoltre la lavorazione degli invii avviene a livello regionale, con una conseguente riduzione degli spostamenti e un migliore impatto ambientale.
4.) Quali sono gli effetti delle misure di contenimento della pandemia sull’organico e sul fatturato?
In questo particolare periodo le spartitrici hanno funzionato oltre 20 ore al giorno. Nel rispetto delle misure di protezione, i team hanno lavorato in modo scaglionato, spartendo i pacchi durante nuovi turni, sabato compreso, ad esempio anche il sabato di Pasqua e di nuovo il lunedì dell’Angelo. Nel frattempo, il personale dei centri lettere è riuscito a spartire per la prima volta oltre 130’000 pacchi più piccoli al giorno, mentre alcuni grandi clienti hanno consegnato propri pacchi già prespartiti per dimensioni o regione. La Posta ha assunto collaboratori interinali in più nel recapito e nella spartizione, consentendo così al proprio personale di ridurre durante l’estate le ore di lavoro straordinario accumulato.
Non è ancora chiaro come questo volume aggiuntivo di pacchi si tradurrà a livello di ricavi, in considerazione dei costi di trattamento aggiuntivi. Stefan Luginbühl, responsabile dei pacchi nazionali e internazionali, prevede un fatturato di circa + 20% rispetto all’anno precedente. Cifre più esatte saranno però disponibili con la pubblicazione del risultato semestrale a fine agosto.
5.) Quale insegnamento ha tratto la Posta dalla situazione straordinaria che abbiamo vissuto?

Intervista sulla lavorazione dei pacchi alla Posta: Stefan Luginbühl, responsabile Mercato dei pacchi nazionale e internazionale
In considerazione delle sfide logistiche che ha dovuto affrontare, il responsabile Mercato dei pacchi nazionale e internazionale Stefan Luginbühl ha vissuto nel difficile periodo del lockdown «i momenti più faticosi, ma anche più stimolanti e istruttivi della sua carriera». È rimasto impressionato dall’impegno dei collaboratori, dalla crescita esponenziale dei pacchi giorno dopo giorno e dalla solidarietà dei clienti commerciali e dei tanti clienti privati che hanno lasciato per i postini cartoline di ringraziamento sulla cassetta delle lettere. Inoltre, la stretta collaborazione tra settore della posta-lettere e lavorazione dei pacchi ha sottolineato che l’unione sotto lo stesso tetto di queste due sezioni, come previsto dal direttore generale della Posta Roberto Cirillo nella nuova strategia, è una mossa opportuna e assolutamente necessaria. Questa collaborazione e la prespartizione per regioni o dimensioni dei pacchi da parte dei grandi clienti proseguono e saranno portate avanti anche nel periodo natalizio 2020.
6.) Il 2020 sarà un altro anno record per la Posta in termini di attività legate alla lavorazione dei pacchi?
Gli esperti di logistica ritengono che la situazione generate dalla pandemia abbia accelerato il boom dell’e-commerce di due o tre anni. Tutti i dati indicano che il 2020 segnerà un altro boom per i pacchi. Stefan Luginbühl non vuole però dare per scontato il settimo record consecutivo con sei mesi di anticipo: «Il coronavirus ci ha insegnato che la situazione può cambiare radicalmente in pochissimi giorni».
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