Il suo sogno: diventare responsabile di gruppo

Da ragazzo dal futuro incerto a collaboratore della logistica con ottime prospettive: Henok Afewerki è il primo rifugiato a ottenere un impiego fisso alla Posta dopo il pretirocinio integrativo e la formazione. Secondo il responsabile della formazione in logistica, il suo esempio sarà un insegnamento per molti, ma l’obiettivo del ragazzo di origine eritrea è soprattutto uno: «Mettercela tutta».

Prima della sessione fotografica in mensa, chiude la zip, sistema la giacca da lavoro e sorride. «Come sto?». Si capisce subito che ci troviamo di fronte a una persona che tiene alla propria immagine. Più tardi, Henok Afewerki ci dirà che è fiero di indossare gli abiti da lavoro della Posta. «Quest’azienda mi ha dato tanto e le sono molto grato.» Afewerki è eritreo. È il primo rifugiato in Svizzera che, dopo il pretirocinio integrativo di un anno e la formazione in logistica di due anni con certificato federale di formazione pratica CFP (cfr. riquadro informativo), viene assunto a tempo indeterminato alla Posta. Dal 1º agosto, questo ragazzo di 24 anni lavora infatti come addetto alla logistica CFP nel Centro pacchi Härkingen. Qui spartisce i pacchi, controlla le macchine, scarica, carica. Si tratta di un lavoro fisicamente pesante, a ritmi serrati: a seconda del piano di lavoro, un turno può infatti durare fino a notte fonda. «Henok lavora benissimo, è un collaboratore molto capace», afferma con soddisfazione il suo superiore, Philipp Schneeberger. Solo la lingua rappresenta a volte ancora un limite. «Ma imparerà», confida il responsabile di gruppo.

Bilder: Erich Goetschi | Schweizerische Post

Immagini: Erich Goetschi | La Posta Svizzera

Già pronto per «la fase successiva»
A volte questo ventiquattrenne eritreo si meraviglia di sé stesso. La sua storia, infatti, sembra un bel racconto natalizio a lieto fine. Sei anni fa, Afewerki è arrivato in Svizzera da rifugiato, dopo un viaggio avventuroso e ricco di difficoltà. Ora è impiegato, ha uno stipendio fisso, un appartamento e paga le tasse in Svizzera. Un mondo separa il 2013 da oggi. I suoi genitori e parenti sono molto felici per lui, anche se è difficile spiegare loro al telefono il suo lavoro di addetto alla logistica. «Non riescono proprio a immaginare cosa faccio, perché questo lavoro non esiste in Eritrea.» Afewerki ha le idee molto chiare su cosa fare in futuro nel Centro pacchi Härkingen: lavorare sodo, imparando e dimostrando ogni giorno le sue capacità. «Voglio passare alla fase successiva», dice, sembrando già un po’ svizzero, «e voglio mettercela tutta.»

Queste parole sono musica per le orecchie di Roland Scheidegger, responsabile della formazione di base Logistica e manutenzione della Posta. Ritiene infatti che Afewerki sia un modello per gli altri, un esempio di come l’integrazione possa funzionare quando si hanno le persone giuste al posto giusto. Questo caso dimostra inoltre che la Posta, il terzo maggiore datore di lavoro in Svizzera, prende sul serio la propria responsabilità sociale. «Noi facciamo seguire alle parole i fatti». «La possibilità che offre la Posta di combinare vari apprendistati nella logistica è un aspetto che agevola l’integrazione» afferma Scheidegger per esperienza. «Le persone hanno quindi maggiori opportunità d’impiego dopo l’apprendistato.» Attualmente la Posta sta offrendo un pretirocinio integrativo a 13 giovani con stato di rifugiato. Gran parte di essi svolgerà poi una formazione per addetti alla logistica con certificato federale di formazione pratica CFP oppure l’ha già concluso. Si tratta di giovani leve, che possono tornare molto utili alla Posta. «È una cosa fantastica, una storia ricca di insegnamenti per tutti», afferma con convinzione Scheidegger.

«In questo paese si più fare tutto»
Henok Afewerki ha capito da tempo che la Posta offre grandi opportunità e numerose prospettive professionali, soprattutto nel settore in espansione della logistica. «Il mio sogno è diventare un giorno responsabile di gruppo.» Per il momento questo ragazzo, che aveva studiato per diventare meccanico d’automobili, ama lavorare di notte e nuotare, ha anche progetti privati. A ottobre si è infatti sposato in Etiopia e ora c’è da organizzare il ricongiungimento familiare. Se tutto va bene, tra circa sei mesi anche sua moglie potrà raggiungerlo in Svizzera, dove Henok Afewerki si è già ambientato. Cosa gli piace di più di questo paese? «La libertà. In questo paese si più fare tutto», afferma sorridendo.

 

La Posta dà il buon esempio

  • La Posta è un pioniere nella formazione dei rifugiati. Dal 2016 offre infatti a questi ultimi e alle persone con un passato migratorio un pretirocinio di un anno (Invol) come addetto/a alla logistica a Zurigo-Mülligen, Härkingen e, dal 2018, a Eclépens.
  • Circa 30 rifugiati lo hanno portato a termine. Chi ottiene buoni risultati, può poi frequentare l’apprendistato di due anni come addetto alla logistica CFP (certificato federale di formazione pratica).
  • Per entrambi i corsi di formazione, la Posta collabora con la Segretaria di Stato della migrazione (SEM).
  • La Posta dà grande importanza ai valori di integrazione e varietà culturale, a favore dei quali opera MOSAICO , la rete interna per la diversità linguistica e culturale. Essa offre infatti ai collaboratori di regioni e lingue diverse una piattaforma informale di scambio, alla quale può partecipare il personale di tutte le unità, per favorire l’integrazione e lo sviluppo delle minoranze all’interno della Posta.
  • Insieme al Fondo del Personale Posta, Mosaico organizza anche l’incontro informativo interno alla Posta «Human Living Library», nel corso del quale i collaboratori immigrati scambiano le proprie esperienze con il resto del personale della Posta. L’ultimo incontro si è tenuto il 27 novembre con la partecipazione, tra gli altri, di Henok Afewerki.