«Il postino? Una delle professioni più adatte per raccontare una storia»
Il protagonista del romanzo «Gleich, später, morgen» («Subito, dopo, domani»), dell’autore svizzero Thomas Pfenninger, è un addetto al recapito delle lettere. Il libro narra la storia di un uomo che ama il suo lavoro. Un postino che porta notizie belle e brutte. Un addetto al recapito delle lettere che vuole fare del bene e che per riuscirci oltrepassa una serie di limiti. Ma quanto c’è di vero in questo romanzo? Analizziamo il libro più da vicino per confrontarlo con la realtà.
Il protagonista del romanzo «Gleich, später, morgen», che segna il debutto di Thomas Pfenninger, è un addetto al recapito delle lettere. E più il personaggio scopre i segreti degli abitanti del quartiere, più si lascia coinvolgere dai loro problemi. Una storia simpatica che però porta anche a riflettere.
Ma un addetto al recapito delle lettere può davvero leggere le comunicazioni che consegna? E percorre ogni giorno lo stesso tragitto? Abbiamo selezionato cinque passaggi di «Gleich, später, morgen» per spiegarvi quali aspetti del libro corrispondono realmente alla quotidianità di un addetto o un’addetta al recapito delle lettere.

Il libro è ambientato nel 1991 e il colore della copertina è un chiaro riferimento alla Posta.
«Quindi il postino svoltò: ogni giorno seguiva lo stesso percorso», si legge nel romanzo. Ma è così anche nella realtà?
Molto raramente un addetto o un’addetta al recapito delle lettere percorrono ogni giorno lo stesso tragitto. Mediamente conoscono infatti da tre a quattro giri, che alternano di settimana in settimana. Inoltre in caso di assenza, ad esempio per malattia, può anche succedere che alcune rotte vengano ripartite tra diversi collaboratori e pertanto alcuni postini debbano seguire anche nuovi percorsi. Lo stesso può accadere anche in caso di notevoli differenze nel volume delle lettere. Di conseguenza, mentre un addetto o un’addetta al recapito delle lettere non ripetono ogni giorno lo stesso itinerario, la strada da percorrere all’interno di un giro, vale a dire la sequenza di abitazioni, resta invariata.
Nel romanzo l’addetto al recapito distribuisce la posta tra 211 cassette delle lettere prima di giungere all’ultimo complesso residenziale del suo giro, che conta poco più di 50 case. Si tratta di una cifra realistica?
Non proprio. Questo dato del libro è in realtà poco realistico, almeno per la città di Zurigo. Infatti, mediamente un addetto o un’addetta al recapito delle lettere distribuiscono gli invii tra 1200-1600 economie domestiche, che corrispondono ad altrettante cassette delle lettere. Lo stesso vale anche per altre grandi città. Per contro, i giri nelle zone rurali non coprono più di 200 economie domestiche, visto che anche le distanze tra le case sono maggiori. Un esempio è la valle di Safien, dove la postina percorre oltre 100 chilometri. Maggiori dettagli sono disponibili qui: Il giro di recapito più lungo della Svizzera. In media a livello nazionale un giro di recapito comprende circa 600 economie domestiche.
Peraltro in Svizzera la Posta serve oltre 4 milioni di economie domestiche e ogni giorno le addette e gli addetti al recapito consegnano circa 14 milioni di invii tra Iettere, giornali e invii pubblicitari non indirizzati.
Il romanzo è ambientato in un quartiere a sud-ovest di Zurigo, in cui si incrociano la Jakob-Peter-Weg e la Pappelstrasse. Ma questa zona esiste davvero?
Certamente. L’autore stesso del libro, Thomas Pfenninger, è cresciuto in questo quartiere. Tuttavia, a detta dello scrittore, le persone, l’addetto al recapito delle lettere e gli abitanti della zona sono frutto della sua fantasia.
Il signor Schwarz, un personaggio secondario del romanzo, spiega di aver impedito personalmente a una donna di rendersi passibile di sanzioni aprendo una lettera nonostante sia vietato. E sottolinea: «Avrebbe compiuto un grave reato, capisce?». Ma si è davvero perseguibili se si apre una lettera di cui non si è destinatari?
Sì, anche quest’affermazione è corretta. Aprendo una lettera senza che il destinatario ne sia a conoscenza e senza averne ricevuto il consenso si compie un reato. In Svizzera il segreto epistolare è disciplinato dagli articoli 13 e 36 della Costituzione federale e dall’articolo 179 del Codice penale, in cui è indicato che tale segreto deve essere rispettato da tutti e che solo il destinatario di una lettera può leggerne il contenuto. Chi dunque apre e prende visione di una lettera senza che il destinatario ne sia informato o abbia dato il proprio consenso, o diffonde informazioni apprese attraverso la lettura non autorizzata di una lettera, è perseguibile legalmente.
Felix, un altro postino presente nel libro, racconta di ritirare puntualmente la posta al deposito e di portarla a casa dell’addetto al recapito delle lettere.
È piuttosto improbabile che qualcuno ritiri le lettere al deposito. Si ricorre a un deposito quando l’addetto non ha abbastanza spazio nel veicolo presso l’ufficio di recapito, ossia nel luogo da cui parte per effettuare il giro. Questi punti di deposito possono essere filiali, rimesse o ingressi degli edifici presso cui l’addetto o l’addetta al recapito caricano nuovamente il veicolo per il giro. Sarebbe stato più realistico se Felix avesse quindi portato le lettere dall’ufficio di recapito a casa dell’addetto.

«Gleich, später, morgen» è il romanzo di debutto di Thomas Pfenninger (1984).
3 domande a Thomas Pfenninger, autore del romanzo
Perché ha scelto un postino come protagonista?
Nel ruolo che riveste, il postino accomuna moltissime persone. Entra in confidenza con loro pur mantenendo sempre le distanze, conosce quartieri e persone e frequenta sempre gli stessi luoghi ogni giorno. Inoltre nell’immaginario collettivo tutti hanno una visione simile del postino: è una figura puntuale, seria e discreta, di cui ci si può fidare. Era pertanto il personaggio ideale per il mio libro. E francamente quella del postino è anche una delle professioni più adatte intorno a cui sviluppare una storia!
Una storia in cui c’è anche tanta verità. Lei si basa su situazioni reali, sa che è più faticoso recapitare lettere sotto la pioggia piuttosto che con il sole e sa cos’è il segreto epistolare. Come è venuto a conoscenza di questi aspetti? In passato ha lavorato come postino?
No, non sono mai stato postino. Da un lato ho fatto delle ricerche online, da cui ho tratto, ad esempio, le informazioni sul segreto epistolare; dall’altro i miei racconti sono frutto di conoscenze e osservazione. In passato mi è capitato, per fare un esempio, di osservare un addetto al recapito delle lettere sotto la pioggia. Ho notato che la visiera gli si appannava e ho pensato: «Caspita, deve essere davvero faticoso!». Oltre a informarmi e osservare la realtà però alcune cose le ho semplicemente inventate. E stando al vostro riscontro dei fatti, per certi versi le ho anche azzeccate.
Qual è invece il suo legame personale con la Posta?
Non ho mai lavorato come postino in passato e non ho mai aspirato a questa professione. In realtà non so nemmeno chi sia il mio addetto al recapito e non scrivo lettere a mano. Ciò che mi lega alla Posta però è il mio camper: all’inizio della pandemia di coronavirus ho infatti acquistato un vecchio furgone della Posta e l’ho poi convertito in camper. Da allora a bordo di questo mezzo ho visitato già diverse località. E sì, è di un bel giallo postale sgargiante.

Durante le vacanze Thomas Pfenninger si sposta a bordo del suo camper giallo.